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ATTENZIONE: la lettura è vivamente sconsigliata a chi vuole continuare a fingere di non sapere


francesco scolamiero

francesco scolamiero

L' esposto.

1° settembre 2010


Ad aprile 2009 ho trasmesso un dettagliato esposto alle Autorità competenti e agli Organismi statutari della Sogei, dove si descrivono in modo documentato ed incontrovertibile gli illeciti in materia di affidamento e gestione degli appalti per lavori e servizi impiantistici, compiuti quando Aldo Ricci era a capo della Società.

In estrema sintesi, nel periodo dicembre 2002 - giugno 2006, la Sogei, violando nella forma e nella sostanza le previsioni del Codice dei Contratti Pubblici, ha sistematicamente affidato ad uno stesso costruttore, spesso a trattativa privata, la maggior parte dei lavori e dei servizi di manutenzione degli immobili societari (per circa 15 milioni di Euro in tre anni).

Sarà un caso ma il costruttore di cui si tratta vanta fra i propri clienti di riferimento il Vaticano, i Beni Culturali, il Provveditorato ai Lavori Pubblici, cioè gli stessi soggetti che, unitamente alla Protezione civile, rappresentavano - secondo quanto emerso dalle recenti cronache - gli interlocutori di riferimento della così detta cricca.

A questo punto è necessario fare alcune precisazioni:

- Sogei, contrariamente alla Protezione civile, non gode di nessuna deroga nell’applicazione del Codice dei contratti pubblici;

- Aldo Ricci, fin dal 2002, aveva più volte richiesto alle autorità competenti un avallo ad operare in regime di secretazione degli appalti, senza peraltro riuscire ad ottenere un pronunciamento favorevole;

- anche nei casi in cui sarebbe consentita la trattativa privata, solo per comprovate ragioni di particolare urgenza o riservatezza, sono previste specifiche procedure, alle quali Sogei non si è mai attenuta.

Sogei, quindi, ha operato - e per quanto ne sappia continua ad operare - nell'ambito degli appalti di lavori pubblici, contravvenendo alle norme cui è soggetta e privilegiando uno specifico fornitore.

E quando il costruttore di riferimento incappa in quello che, con tutta evidenza, può considerarsi un incidente di percorso (cioè l’esclusione da una gara per un errore formale nelle presentazione dell’offerta), ancora prima che avvenga la stipula del contratto fra Sogei ed il concorrente involontariamente risultato vincente (oggi si direbbe a sua insaputa), si fa assegnare, occultamente (si fa per dire), il subappalto per l’intero ammontare dei lavori.

Emerge così che l’esito dell'appalto era predeterminato e che la ditta risultata inopinatamente vincente aveva partecipato al confronto concorrenziale solo per dare un aiuto al costruttore amico, in Sogei monopolista di fatto.

Secondo le esatte parole del responsabile della Società aggiudicataria (emendamento D’Addario permettendo): “c’erano condizioni al contorno che erano diverse, evidentemente … non so per quale motivo questa cosa è capitata addosso a me … una cosa so, mi sono solo prestato a un aiuto, perché questo era … oltretutto qui la situazione era diversa, credo … queste cose fra noi si fanno … evidentemente è stato un eccesso di sicurezza … è difficile quando uno c’ha, tra virgolette, il potere in mano, poi saperlo gestire quando gli passa, gli sfugge, … è quando uno può fare quello che gli pare che deve fare le cose in una certa maniera …” !

Nella vicenda si configurano, quindi, almeno due reati gravi: il subappalto non autorizzato e la turbativa d’asta.

Ciò emerge anche dalle relazioni sulla vicenda prodotte dall'Internal auditing durante la gestione Zappalà dove, seppure con qualche eccessiva prudenza ed omissione, viene confermata la dinamica degli eventi. Ne seguono quindi contestazioni formali alla ditta aggiudicataria ed al direttore lavori che però riescono a temporeggiare, fino al cambio di vertice del 2008.

Dei reati segnalati, però, Sogei, l’Anagrafe tributaria, nel nuovo assetto di vertice, non si cura.

Anzi, con il ritorno di Aldo Ricci, si copre con determinazione l’accaduto, si eliminano tutti i testimoni scomodi e, dopo due anni dalla fine dei lavori, come se nulla fosse, si trova anche il modo per pagare il saldo dei lavori alla ditta aggiudicataria (quella che aveva vinto l'appalto per sbaglio) che naturalmente girerà l’incasso al costruttore-amico, effettivo esecutore occulto dell’appalto.

Ma quali esiti ha avuto l’esposto ?

Il seguito nel prossimo post.

Ben tornati.

1 commento:

capatosta ha detto...

Perchè non mi meraviglia più di tanto quanto dici ? E' ancora, perchè non mi indigna ? Cosa è successo a questa azienda ? Dove sono i dipendenti, i dirigenti, i delegati RSU ... ? Grazie comunque

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